Italian: Giovanni Diodati Bible (1649) 1Le parole di Agur, figliuolo d’Iache; il sermone profetico che quell’uomo pronunziò ad Itiel; ad Itiel, e ad Ucal. 2CERTO io son troppo idiota, per esser gran personaggio; E non ho pur l’intendimento d’un uomo volgare; 3E non ho imparata sapienza; Ma io so la scienza de’ santi. 4Chi è salito in cielo, e n’è disceso? Chi ha raccolto il vento nelle sue pugna? Chi ha serrate le acque nella sua vesta? Chi ha posti tutti i confini della terra? Quale è il suo nome, o quale è il nome del suo figliuolo, Se tu il sai? 5Ogni parola di Dio è purgata col fuoco; Egli è scudo a coloro che sperano in lui. 6Non aggiungere alle sue parole; Che talora egli non ti arguisca, e che tu non sii trovato bugiardo. 7Io ti ho chieste due cose, o Dio; Non rifiutarmele avanti che io muoia: 8Allontana da me vanità e parole di bugia; Non mandarmi povertà, nè ricchezze; Cibami del mio pane quotidiano; 9Che talora io non mi satolli, e ti rinneghi, E dica: Chi è il Signore? Che talora altresì io non impoverisca, e rubi, Ed usi indegnamente il Nome dell’Iddio mio. 10Non dir male del servo appo il suo padrone; Che talora egli non ti maledica, e tu ti renda colpevole. 11Vi è una generazione d’uomini che maledice suo padre; E non benedice sua madre. 12Vi è una generazione d’uomini che si reputa netta, E non è lavata della sua lordura. 13Vi è una generazione d’uomini che ha gli occhi grandemente elevati, E le palpebre alzate. 14Vi è una generazione d’uomini i cui denti sono spade, Ed i mascellari coltelli, Per divorare i poveri d’in su la terra, Ed i bisognosi d’infra gli uomini. 15La mignatta ha due figliuole, che dicono: Apporta, apporta. Queste tre cose non si saziano giammai; Anzi queste quattro non dicono giammai: Basta! 16Il sepolcro, la matrice sterile, La terra che non si sazia giammai d’acqua, E il fuoco, che giammai non dice: Basta! 17I corvi del torrente trarranno, E i figli dell’aquila mangeranno gli occhi Di chi beffa suo padre, E sprezza di ubbidire a sua madre. 18Queste tre cose mi sono occulte; Anzi, io non conosco queste quattro: 19La traccia dell’aquila nell’aria, La traccia del serpente sopra il sasso, La traccia della nave in mezzo del mare, La traccia dell’uomo nella giovane. 20Tale è il procedere della donna adultera; Ella mangia, e si frega la bocca, E dice: Io non ho commessa alcuna iniquità. 21Per tre cose la terra trema; Anzi per quattro, ch’ella non può comportare: 22Per lo servo, quando regna; E per l’uomo stolto, quando è satollo di pane; 23Per la donna odiosa, quando si marita; E per la serva, quando è erede della sua padrona. 24Queste quattro cose son delle più piccole della terra, E pur son savie, e molto avvedute: 25Le formiche, che sono un popolo senza forze, E pure apparecchiano di state il lor cibo; 26I conigli, che sono un popolo senza potenza, E pur fanno i lor ricetti nelle roccie; 27Le locuste, che non hanno re, E pure escono fuori tutte a stormo, divise per ischiere; 28Il ramarro, che si aggrappa con le mani, Ed è ne’ palazzi dei re. 29Queste tre cose hanno un bel passo; Anzi queste quattro hanno una bella andatura: 30Il leone, la più forte delle bestie, Che non si volge indietro per tema di alcuno; 31Il gallo compresso di fianchi, e il becco, E il re, appresso al quale niuno può levare il capo. 32Se tu hai fatto qualche follia, innalzandoti; Ovvero, se hai divisato alcun male, mettiti la mano in su la bocca. 33Perciocchè, come chi rimena il latte ne fa uscir del burro; E chi stringe il naso, ne fa uscir del sangue; Così ancora chi preme l’ira ne fa uscir contesa. |