Italian: Giovanni Diodati Bible (1649) 1QUESTE ancora son sentenze di Salomone, le quali gli uomini di Ezechia, re di Giuda, raccolsero. 2La gloria di Dio è di celar la cosa; Ma la gloria dei re è d’investigare la cosa. 3L’altezza del cielo, e la profondità della terra, E il cuor dei re, non si possono investigare. 4Togli le schiume dell’argento, E ne riuscirà un vaso all’orafo. 5Rimuovi l’empio d’innanzi al re, E il trono di esso sarà stabilito con giustizia. 6Non fare il vanaglorioso in presenza del re, E non istar nel luogo de’ grandi; 7Perciocchè val maglio che ti si dica: Sali qua; Che se tu fossi abbassato davanti al principe, Che gli occhi tuoi hanno veduto. 8Non uscir subitamente alla contesa; Che talora alla fin d’essa tu non faccia qualche cosa, Quando il tuo prossimo ti avrà fatta vergogna. 9Dibatti la tua lite col tuo prossimo; Ma non palesare il segreto di un altro; 10Che talora chi ti ode non ti vituperi, E che la tua infamia non possa essere riparata. 11La parola detta in modi convenevoli È simile a pomi d’oro tra figure d’argento. 12Il savio riprenditore ad un orecchio ubbidiente È un monile d’oro, ed un ornamento d’oro finissimo. 13Il messo fedele è, a quelli che lo mandano, Come il fresco della neve in giorno di ricolta; E ristora l’anima de’ suoi padroni. 14L’uomo che si gloria falsamente di liberalità È simile alle nuvole, ed al vento senza pioggia. 15Il principe si piega con sofferenza, E la lingua dolce rompe le ossa. 16Se tu trovi del miele, mangiane quanto ti basta; Che talora, se tu te ne satolli, tu nol vomiti fuori. 17Metti di rado il piè in casa del tuo prossimo; Che talora egli non si sazii di te, e ti odii. 18Un uomo che dice falsa testimonianza contro al suo prossimo È come un martello, una spada, ed una saetta acuta. 19La confidanza che si pone nel disleale è, in giorno di afflizione, Un dente rotto, ed un piè dislogato. 20Chi canta canzoni presso di un cuor dolente È come chi si toglie la vesta d’addosso in giorno di freddo, E come l’aceto sopra il nitro. 21Se colui che ti odia ha fame, dagli da mangiar del pane; E se ha sete, dagli da bere dell’acqua; 22Perciocchè così tu gli metterai delle brace in su la testa; E il Signore te ne farà la retribuzione. 23Il vento settentrionale dissipa la pioggia; E il viso sdegnoso la lingua che sparla di nascosto. 24Meglio vale abitare sopra il canto di un tetto, Che con una moglie rissosa in casa comune. 25Una buona novella di lontan paese È come acqua fresca alla persona stanca ed assetata. 26Il giusto che vacilla davanti all’empio, È una fonte calpestata, ed una vena d’acque guasta. 27Il mangiar troppo miele non è bene, E l’investigar colui che è la gloria degli uomini è cosa gloriosa. 28L’uomo, il cui animo non ha ritegno alcuno, È una città sfasciata, senza mura. |